Sommario

Lezione 7 - Testo

Bibliografia
Larson, Mildred L., A Guide to Cross-Language Equivalence. Second Edition. Lanham - New York -Oxford : University Press of America; 1998. pp. 71-85

7 Alcune relazioni fra unità lessicali

7.1 Generico-specifico
7.2 Termine generico e termine sostituto
7.3 Sinonimi
7.4 Antonimi
7.5 Termini reciproci
Esercizi

 

7.1 Generico vs specifico

Nell'attività di traduzione può essere di grande utilità il fatto, comune a tutte le lingue, che le parole si possono relazionare fra di loro secondo un rapporto di tassonomia, secondo cui un termine più generico include nel suo campo semantico un termine più specifico, come ad es. "animale" include "cavallo" e a sua volta "cavallo"include "stallone" ecc.

Il termine generico viene a costituire in qualche mdo una "classe", il cui significato si trova anche in due o più altri termini più specifici.

In una tassonomia, le relazioni orizzontali rappresentano delle differenze, le relazioni verticali invece rappresentano dei rapporti generico vs specifico. Con una particolarità: che talvolta uno stesso termine può essere usato in un modo più generico e altre volte in un modo più specifico. Si veda ad esempio la seguente tassonomia, dove i termini "animale" e "uomo" sono usati a seconda dei casi in senso differenziale e in senso inclusivo.

 

animale
uomo animale uccello pesce
uomo donna      
uomo bambino        

 

Capita però che tali relazioni difficilmente si ripetano identiche nelle diverse lingue. Traducendo questa tassonomia in un'altra lingua, perciò, potrebbe capitare di dover usare delle parole diverse per le diverse occorrenze dei termini "animale"e "uomo". 

 

La relazione genrico-specifico interessa anche i termini EVENTO. Vediamo ad esempio una tassonomia che ordina i verbi di "parlare": in essa i termini più specifici "mendicare, impetrare, implorare, pregare" aggiungono ciascuno delle componenti di senso che non sono contenute negli altri, mentre la componente di base "parlare" e "domandare" resta presente in tutti. 

 

parlare
comandare rimproverare domandare rispondere annunciare
     
mendicare impetrare implorare pregare

 

Un traduttore deve conoscere le relazioni generico-specifico tra le parole per poter trovare una buona equivalenza lessicale soprattutto nei casi in cui i vocabolari delle due lingue mostrano maggiori dissimmetrie. 

Se ad esempio, un termine di una lingua non ha un corrispondente nell'altra, si potrà ricorrere all'uso di un termine generale e poi aggiungervi una frase descrittiva che esprima la componente restrittiva del termine specifico da tradurre.

Ad esempio, il termine "centurione" viene tradotto in Mazahua (Messico) con "uomo che comanda cento uomini": in cui, "uomo" esprime la componente generica e la frase descrittiva "che comanda cento uomini" esprime la componente specifica.

Se anche il concetto stesso non è presente nella lingua di arrivo, si potrà prendere a prestito dalla lingua di partenza il termine che si sta traducendo e affiancarlo, prima o dopo, con il termine generico della classe che lo include nella lingua di arrivo.

Ad esempio, in Aguaruna (lingua di un popolo delle foreste tropicali) non esiste ovviamente né la parola né il concetto di cammello. Si è fatto dunque ricorso alla traduzione "un animale chiamato cammello".

Sarà utile notare che le lingue tendono a differenziarsi più nei termini generici che in quelli specifici. Ci si dovrà perciò aspettare una maggiore difficoltà nella ricerca delle equivalenze tra i termini generici, e una difficoltà ancora maggiore nella traduzione dei termini astratti. Una accurata analisi tassonomica aiuterà a individuare quali termini specifici sono inclusi nei termini generici e astratti, in modo da trovare una buona equivalenza di traduzione.

 

7.2 Termine generico e termine sostituto

Si osservi la seguente frase: "La mia vecchia Panda si era rotta di nuovo. Quella era stata davvero una buona auto. Ma era ormai tempo di liberarsi di una cosa ormai vecchia". 

"Cosa, auto, quella" si riferiscono tutti al termine  "Panda" nominato all'inizio della frase: sono quindi termini sostituti. In questo caso, dunque, abbiamo dei termini generici che stanno al posto di un termine specifico.Essi sono tutti termini generici che rimandano a un unico concetto COSA, e tuttavia non appartengono a una stessa tassonomia generico-specifico.

I termini sostituto saranno discussi in modo più approfondito nella lezione 30, a proposito della coesione di un testo. Per ora sarà sufficiente essere consapevoli che per poter tradurre in modo naturale è molto importante conoscere come i termini sostituto (pro-nomi, pro-verbi) sono usati all'interno di una lingua. Non sarà sufficiente, ad esempio, tradurre un pro-nome con un pro-nome o un pro-verbo con un pro-verbo, perché le diverse lingue possono avere un diverso sistema di riferimenti o anche far uso di riferimenti con maggiore o minore abbondanza.

In genere, i termini sostituto sono usati quando i modelli naturali della lingua di arrivo preferiscono una varietà di parole per riferirsi alla medesima cosa o evento.Ma può accadere il rovescio. Il testo di partenza può usare dei termini sostituto mentre nella lingua di arrivo sarà preferibile invece ripetere il termine stesso di riferimento.

In breve, i termini sostituto non vanno tradotti letteralemente, ma vanno usati secono i modelli naturali di ciascuna lingua.

 

7.3 Sinonimi

Tutte le lingua hanno dei sinonimi. Bisognerà tutavia fare attenzione che i sinonimi del tutto equivalenti sono in realtà molto rari. Essi possono essere molto simili nel significato, ma differire quanto all'uso o alla costruzione sintattica o al livello di lingua o alle connotazioni implicate o alle situazioni di enunciazione.

In una traduzione si dovrà fare attenzione anche alle minime differenze nei relativi sistemi di sinonimia, in modo da scegliere il termine che veicola la corretta connotazione (sulle connotazioni, cf lez. 13).

 

7.4 Antonimi

L'antonimo di un termine è il suo opposto, o in un senso generale e preciso o in un qualche senso particolare. Tutte le lingue hanno degli antonimi, ma i sistemi di antonimia possono variare. Mentre una lingua pùo avere due modi diversi per dire "corto-lungo" in senso orizzontale e "basso-alto" in senso verticale, un'altra può usare un'unica espressione per le due dimensioni oppure ricorrere semplicemente alla negazione di un solo termine (es. :  buono e non-buono).

 

7.5 Termini reciproci

"Dare"e "ricevere" sono due termini reciproci. Dire "Ti ho dato in prestito questo libro" e dire "Hai ricevuto questo libro in prestito da me" sono due modi praticamente equivalenti di esprimere la medesima azione.

In una traduzione, la conoscenza dei termini reciproci può essere di aiuto quando la lingua di arrivo non ha una parola specifica che sia usata in modo corrispondente alla parola che si sta traducendo.

 

Conclusione

È importante che il traduttore sia consapevole delle disssimmetrie tra le varie lingue. Conoscere come i rispettivi vocabolari sono strutturati dovrebbe aiutare a trovare dei termini equivalenti cercando tra i termini generici e specifici, tra quelli che sono sinonimi o quasi  sinonimi, tra gli antonimi, e tra i termini reciproci.

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