Sommario

Lezione 10 Sensi molteplici di unità lessicali - Testo

Bibliografia :

Larson, Mildred L.,  Meaning-Based Translation. A Guide to Cross-Language Equivalence, Lanham-New York-Oxford: University Press of America; 1997: pp. 109-120.

10 Sensi molteplici di unità lessicali

10.1 Definire un «senso secondario»
10.2 Analizzare i sensi delle parole
10.3 Tradurre i vari sensi
10.4 Ambiguità causata dai sensi non chiaramente segnalati
Esercizi

 

10.1 Definire un senso secondario

Finora abbiamo parlato del modo con cui individuare il senso di un termine. Di fatto, però, la maggior parte delle parole ha più di un senso. Parleremo quindi di senso primario e di senso secondario. 

Il senso primario è il senso che un termine evoca quando è usato da solo. Il senso secondario è il senso che il termine può acquisire a seconda del contesto in cui viene usato.

Tradurre i sensi secondari è molto più difficile che tradurre i sensi primari. È probabile, infattti, che la lingua di arrivo possa anche avere un termine abbastanza corrispondente alla lingua di partenza per quanto riguarda il senso primario, ma sarà molto difficile che i sensi secondari di questi due termini si corrispondano nelle due lingue.

Si osservi la parola "key -  chiave": il senso primario si riferisce allo strumento per aprire o chiudere una serratura. ma se si sta parlando di dattilografia o di computer, "key" può riferirsi in senso secondario al "tasto" della tastiera.

 

10.2 Analizzare i sensi delle parole

Un traduttore con una buona padronanza delle lingue di partenza e di arrivo saprà riconoscere subito i sensi secondari di un termine. Tuttavia, il rischio è sempre presente di usare una traduzione letterale in un senso secondario, dando così origine a equivoci di senso.

Primo passo.  Individuare o Raccogliere il maggior numero di esempi di uso della parola in questione. Servirsi eventualmente di un programma per costruire concordanze (vedere ad esempio quello usato in questo sito).

Secondo passo. Ordinare le co-occorrenze (cioè la parole che ricorrono accanto al termine in esame) in classi generiche.

Terzo passo. Raggruppare i contesti secondo le co-occorrenze che appartengono alla medesima classe generica.

Quarto passo. Quando i dati sono riorganizzati secondo le classi generiche delle co-occorrenze, è molto più facile vedere i sensi del termine.

Esempio: si esamini l'uso del verbo "correre" e le sue diverse co-occorrenze.

 

10.3 Tradurre i diversi significati 

Per assicurarsi che la traduzione comunichi il senso secondario corretto di un termine, sarà necessario a seconda dei casi inserire nel contesto della traduzione una co-occorrenza appartenente alla classe generica cui appartiene il significato secondario del termine nella lingua di partenza.

Ad esempio, il verbo inglese "to dress", con significato primario "vestire - vestirsi" può ricorrere in numerosi contesti, avendo sempre il senso di base di "preparare qualcosa in un modo presentabile", ma assumendo sensi secondari più specifici a seconda del contesto stesso. 

Perciò "I dressed myself" potrà essere reso con "Ho indossato i miei vestiti", ma  "I  dressed timber" potrà apparire come "Ho piallato un asse", e "I dressed the wound" come "Ho medicato la ferita".

Da dove si vede:

1) che in genere un senso secondario avrà bisogno di essere tradotto con una parola diversa da quella che denota il suo senso primario, 

2) e che la correttezza della comunciazione sarà assicurata se nel contesto sarà presenteuna co-occorrenza che segnali il senso inteso.

 

10.4 Ambiguità causata dai sensi non chiaramente segnalati

La mancanza di contesto è in genere la causa principale di equivoci. Perciò, una volta che ci si è assicurati di conoscere con precisione il significato primario di un termine usato, si farà in modo di provvedere nel contesto delle co-occorrenze che stabiliscano il corretto livello di senso. 

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