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Vademecum per il lettore e per il salmista, a cura dell'istituto di Scienze Religiose di Oristano e dell'ufficio Liturgico Diocesano |
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VADEMECUM PER IL LETTORE
I. SE C'E' UN GRUPPO CHE PREPARA LA LITURGIA INSIEME CON IL PARROCO:
- COME PREPARAZIONE REMOTA
a) Avrete fatto incontri o corsi dedicati esclusivamente alla lettura in pubblico.
b) I turni di lettura saranno stati stabiliti con sufficiente anticipo.
c) Se ti imbatti in qualche difficoltà di comprensione o di interpretazione, avrai l'opportunità di consultarti con il parroco o con qualche altro lettore.
- COME PREPARAZIONE IMMEDIATA
Qualche momento prima della celebrazione, prendi contatto con il parroco o con il celebrante, almeno per dirgli che, da parte tua, tutto è pronto, ma anche per sentire se c'è qualche consiglio o modifica al di là dell'abituale.
II. SE I LETTORI SI IMPROVVISANO IMMEDIATAMENTE PRIMA DELLA LITURGIA STESSA
- Se pensi di andare a leggere, entra in sagrestia e di' al celebrante che sei disponibile per leggere: può darsi che abbia qualcosa da dirti. In ogni caso, è bene che si sappia che c'è un lettore pronto, anche se in qualche modo improvvisato.
- Leggi i dieci suggerimenti che seguono. Quando puoi, parlane con il parroco.
III. SE I LETTORI SI IMPROVVISANO DURANTE LA CELEBRAZIONE STESSA
- Se questo avviene spesso, sarà bene trovare qualche rimedio.
- Anzitutto: se non hai già fatto una lettura del testo da proclamare, sii deciso: non andare a leggere, anche se qualcuno te lo chiede.
- In secondo luogo: tieni presenti i seguenti dieci punti. Ricorda, però, che essi sono soltanto un "pronto soccorso', in caso di urgenza.
1. Quando pensi di leggere, dopo aver preso attenta visione del testo, entra in sagrestia e avverti il parroco o il celebrante: potrebbero avere qualcosa da dirti.
2. Se qualcuno ti fa qualche osservazione, riflettici. Un ascoltatore attento è come uno specchio: ti aiuta a "sentirti" come "parli". Se il parroco ti sconsiglia di leggere in assemblea, non prendertela. Nella Chiesa ci sono molti compiti, tra i quali non mancheranno quelli più confacenti alle tue qualità.
3. Non leggere dal "foglietto", ma dal grande Lezionario. Controlla che il segnale sia messo alla pagina giusta.
4. Prima di cominciare, aspetta che l'assemblea sia seduta e in silenzio. Non dire: "Prima Lettura", né "Salmo responsoriale", né "Seconda Lettura": si tratta di "rubriche" non destinate alla proclamazione. Non dire nemmeno: "È parola di Dio", ma, come è scritto nel Lezionario: "Parola di Dio". Si tratta di una "acclamazione", non di una "informazione".
5. L"'alleluia" è un'acclamazione da cantare. Se non si canta, nemmeno si legge e si passa direttamente al vangelo.
6. Il testo, nel Lezionario, è diviso in paragrafi. Allo spazio del paragrafo corrisponde una pausa più arcata. Farai una pausa ancora più lunga, respiro e sguardo rivolto all'assemblea, prima di proporre l'acclamazione "Parola di Dio".
7. In genere, si legge troppo in fretta. Facilmente, una velocità lenta per chi legge, è giusta per.chi ascolta.
Osserva anzitutto le pause della punteggiatura. In ogni caso, farai una leggera pausa prima del verbo che indica l'azione, prima delle vocali che danno "colore" all'inizio di alcune parole (es.: il Signore / opera prodigi...), prima delle quantità, dopo le parole-cerniera invariabili (es.: ora, ecco, allora, tuttavia...). Se vuoi sottolineare una parola, fai un leggero stacco prima di essa.
8. SE C'E' IL MICROFONO: prima della celebrazione, assicurati che sia acceso e ben regolato; sistemalo (afferrandolo all'asta di sostegno e prima di cominciare la lettura) nella giusta-direzione e alla giusta altezza. Non rimuovere col piede fili o pedana o treppiede di sostegno.
9. SE LEGGI IL SALMO: non dire : "ripetiamo insieme" (o altre formule simili...), non ripetere il ritornello insieme con l'assemblea. Leggi poi quanto riguarda il salmista.
10. SE LEGGI LA PREGHIERA DEI FEDELI: Questi consigli sono ugualmente validi. |
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VADEMECUM PER Il SALMISTA
1. Il SALMO E' UNA PREGHIERA. Il salmista non improvvisa la lettura o il canto di un salmo. Egli prega abitualmente con le parole dei salmi.
2. Il SALMO E' PAROLA DI DIO. Il salmista con la sua proclamazione rende presente la voce degli antichi credenti. La sua è una testimonianza ecclesiale che deve poter includere i credenti che ascoltano. Eviterà perciò una "declamazione" teatrale.
3. IL SALMO E' UN CANTO POETICO. Non può essere ridotto a una lettura qualunque. L'intelligenza, senza scomparire, cede il passo alla sensibilità. Il salmista sa che la sua proclamazione è anche una testimonianza personale. Il salmo tra due letture, letto come un'altra lettura e forse dal medesimo lettore, è la fine del salmo.
4. LA META IDEALE è rendere il salmo nella sua qualità di musica e di canto. Per questo, è necessaria una preparazione specifica. Non ci si può improvvisare salmisti.
5. SE QUESTO NON AVVIENE, si canti almeno il ritornello. Come primo passo, si potranno usare i conosciuti toni gregoriani. Ad esempio, il tono VIII (ritornello piuttosto slanciato), o il tono II (ritornello piuttosto penitenziale o raccolto).
6. IN ALCUNE OCCASIONI:
a) Se il genere del salmo lo permette, esso potrebbe essere letto a mezza voce da tutti, con uno che accompagna l'assemblea al microfono. In questo caso, la lettura va fatta in forma diretta, senza ritornello. b) Se la composizione del salmo lo suggerisce, questo può essere dialogato da più persone, dopo una attenta preparazione. c) Un modo raro, eccezionale, ma anche sorprendente: un salmo proclamato in modo opportuno, a memoria, davanti all'assemblea.
7. Un salmo non si legge, si declama: perché è poesia. Il declamare non sarà fare teatro, ma rispettare il testo. La declamazione necessita una maggiore padronanza di intensità nella voce e nel tono, un ritmo adatto e una messa in risalto delle parole importanti. Questo significa che è impossibile declamare un salmo se non lo si è preparato. Dare un salmo a un lettore tre minuti prima della messa è proprio il modo di uccidere i salmi. Come ogni lettura pubblica, ma ancora più delle altre, il salmo esige di essere preparato ripetendolo ad alta voce.
8. I SALMI NON SONO TUTTI IDENTICI. Alcuni sono suppliche, altri sono canti di lode. Alcuni sono individuali, altri collettivi. Far subire a tutti i salmi la stessa sorte, è distruggerli tutti. Conoscere e rispettare queste differenze fa parte della buona proclamazione.
9. Un buon lettore non è automaticamente un buon salmista. Ci possono essere in una parrocchia alcuni lettori-salmisti, come ci possono essere uno o più cantorisalmisti. Fa parte del loro servizio non solo proclamare le letture o il salmo, ma favorire la preparazione e la partecipazione di altri lettori e salmisti. Vedere e sentire sempre le stesse persone non è la migliore delle situazioni, anche se si trattasse di un salmista o di un lettore senza difetti.
10. Quando si pensa che altre cose sono più urgenti: ricordare che la chiesa è un corpo di molte membra, ciascuna non fa tutto, e nessuna si crede superiore alle altre. Consacrare del tempo alla valorizzazione del salmo nella Liturgia della Parola può servire più che al salmo stesso: si potrà scoprire che attraverso il salmo si porta dentro la liturgia la ricerca della "verità" degli elementi che la compongono. I segni sacramentali non possono essere dei segni "finti".
L'annuncio della Parola (e il salmo vi è compreso come risposta) è un annuncio "sacramentale". Senza dimenticare che è supplica e lode a Dio. Perché presentare a Dio cose scadenti?
A cura dell'ISTITUTO DI SCIENZE RELIGIOSE e dell'UFFICIO LITURGICO DIOCESANO DI ORISTANO |
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